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La pietra di Vicenza si è formata tra l'Eocene e l'Oligocene, in seguito sia al collasso della barriera corallina che al deposito nel fondo del caldo mare tropicale allora presente in quest'area, dei gusci e residui di conchiglie, crostacei, alghe e altri organismi marini. La frantumazione, derivante dal moto ondoso e la pressione generata dall'accumulo degli strati che si sovrapponevano e frammischiavano alla sabbia, ha dato luogo a un compattamento di questo insieme eterogeneo che si è accentuato soprattutto dopo il ritiro delle acque marine. Il risultato sono gli strati dello spessore di qualche centinaio di metri, che oggi viene definito come pietra tenera.
Si ricava da cave presenti in varie zone dei colli Berici; è conosciuta e utilizzata sin dai tempi dei romani che la impiegavano sia per elementi decorativi architettonici che per le sculture. È anche celebre per essere stata utilizzata e dettagliatamente descritta dal Palladio nel XVI secolo.
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