Andrea Pardini nasce a Lastra a Signa (Fi) nel 1949. Dal padre pittore apprende i
primi rudimenti del disegno e della pittura. La passione per lÃarte lo porta, ancora
adolescente, a frequentare con assiduita gallerie e studi di artisti attivi alIÃ inizi degli
anni 60 come Mario Marcucci, gli ultimi "va geri" viareggini (il gruppo costituito da
Lorenzo Viani che si riuniva al caff~ Tonicelli di Viareggio) e, soprattutto, il pittore
Eugenio Pardini, suo lontano parente che lo introduce ai segreti della pittura ad
affresco di cui era riconosciuto maestro. Frequenta il liceo artistico statale di Carrara.
Nel 1966 conosce il pittore Franco Ruspetti, maestro senese del!a affraˆsco, e ne
diventa allievo. Nel 1969 si iscrive altà Accademia di Belle Arti di Firenze e segue 1Ã
insegnamento di Antonio Berti. Approfondisce la tecnica della lavorazione del
marmo e inizia la frequentazione della fonderia artistica dei Tommasi dove ha modo
di incontrare e trarre insegnamento da grandi artisti del tempo che ad essa facevano
riferimento.In particolare lo interessa la pittura di Tommasi Ferroni di cui diventa,
per un certo tempo, assistente. LÃ ambiente ~ fervido di grandi personalit~
internazionali. Conosce e frequenta. Henry Moore, Marino Marini, Jacques Lipchitz,
Lorenzo Guerrini, Arnaldo e GiÛ Pomodoro, Pietro e Andrea Cascella, Alicia
Penalba.
Per Andrea Pardini incontrare e ascoltare queste figure di primo piano dellà arte
contemporanea significa entrare in contatto con linguaggi artistici innovativi, assai
lontani da una visione accademjca.
Nel 1972 diventa allievo di Jacques Lipchitz, ahora ottantenne, e lo aiuta nella
realizzazione di grandi opere tra le quali °1 gruppo del Pegaso e Bellerofonte (alto 20
m) per la Columbia University, ji monumento per la citt~ di Filadelfia e quelio per la
Galleria dà Arte Moderna di Roma.
Nel 1973 si dipioma ahà Accademia di Bejie Arti di Firenze Nello stesso anno si reca
a Bruxelles dove lavora CO~ ji pittore Joseph Henrjon Tornato in Italia si stabjljsce a
Pietrasanta e riprende la ~ delle fonderie, ven centni di dibattito
internazioflale aperte ahle fluove sperimen~zjOni ma anche gelose Custodi della
grande tradizione figura~j~~ del passato Dopo le fondenie Sam e Angeli, approda da
Giovanni Tesconi Con u quale inizia un sodaljzjo che non si ~ ancora interrotto Per
Tesconi Pardini reaiizza opere gigantesc~~ di grandj maestri internazionalj che
richjedono la sua Collaborazione tra CSSj Zadkine, De Chjnjco Botero Leger, Poncet
Raysse, Dali, Appel, Mitoraj. Lavorando a queste grandi opere Pardini Sviluppa Una
cognizio~~ della forma, della plastica unjta al colore che pochj artjstj in Italia
P¯ssoflo vantare Soprattutto perchÈ egli accompagna tau realizzazjonj Con u
Supporto di Una ricerca tecnica volta ad ottenere le condjzjonj ottjmali per la resa
degli effetti voltiti nelle grandi dimensjo~~
Nel 1977 si trasferjsce a Padova per insegnare al Liceo Artistico Statale A.
Modigliani dove tuttà ora ~ docente di discipline plastjche Nella citt~ del Santo
)artecipa attivamente alla vita Culturaje e artistjca di quegli anni. Espone in vane
flostre collettive e per due volte ~ invitato alla Biennaje Internazioflale del Bronzetto
della Piccola Scuftura
el 1982 espone alia Gajienie Tot dove lo ëscopreà Digo Gavjna che lo introduce
11à ambiente bolognese COinvolgefl~0~0 nel megaproge~~0 del ìParadiso terrestreî al
ale lavora sin0 al 1987.
1 frattemp0, nel 1985 viene invjtato da Gaston Diehi ad esporre a Panigi al ìSalon
\ÃIaiî insieme ai pi~ grandi artisti contemporaflej
Â
In questa fase di ricerca ji suo stile oscilla tra Magritte e Leger e tende a fornire una
versione ironica e tinca dellà autonomia espressiva della forma, questione ahora al
centro del dibattito artistico Tuttavia, pur cohlocandosi in una scia neo-dada, Pardini
non rinuncia al valore del segno e del colore e, alla fine, le sue real izzazioni
tradiscono pur sempre una robusta formazione plastico-pittorica che affonda le radici
nelià apprendistato presso ° grandi pittori toscani.
Per la Simon Gavina lavora sino alla fine deghi anni ottanta Allà inizio degli anni ë90
risale la collaborazione con la fonderia Bonvicini di Verona.
Nel 1993 gli viene commissionato da Serge Grimberg un complesso monumento
funebre plastico-pittorico per fi suo castello nella Loira Tra fi 1993 e il 1997 Pardini
realizzer~ per il Chateau de Chevillon di Gnmberg la grande tomba di famighia con
undici personaggi di due metri e mezzo di altezza, in costume (dat 1400 al 1900),
bassorilievi, stemmi, angeli, allegorie e ritratti.
Da ahora si accentua ji suo interesse per soggetti legati a temi sacri. Partecipa al
simposio della pietra di Nanto su ìII volto santoî. Nel 1999 realizza per la chiesa di
S. Martino di Volta Brusegana la raffigurazione a bassorilievo in terracotta del!Ã
episodio del dono del mantello ottenendo con la terracotta una resa pittorica di grande
suggestione. Nello stesso anno realizza per la tomba del conte Gerolamo Bulgarini DÃ
Elci i candelabri e it Cristo in Croce. Nel 2000 abbozza, su commissione, la
rappresentare de la ìLa Madonna delle Piazzeî da collocare sotto ji Salone di Padova
ricevendo la piena approvazione del bozzetto da! Sindaco in persona. Notevole,
inoltre, ~ la sua produzione di ritratti tra cui quello dellà avvocato Piero Longo, del
cay. Dubbini, di Nicoletta Ghedini, dei fratehli Pagnan, del conte Bulgarini dà Elci, di
Anna Fuss.